I perché di una rivista
Collettivo Redazionale

A spingerci alla creazione di questa rivista è, prima di tutto, la crisi egemonica planetaria turbolenta, e per molti versi indecifrabile, che sta scompaginando le coordinate politiche con le quali abbiamo a lungo pensato il nostro tempo storico. Teiko nasce dall’interno della rete “Euronomade”, come espressione di un’apertura e di un allargamento che hanno dato vita a un progetto autonomo. Abbiamo condiviso il rischio di perderci nell’accelerazione segnata da genocidi, dal moltiplicarsi delle guerre e dall’intensificazione delle molteplici forme di violenza e sfruttamento che segnano anche le nostre vite. In secondo luogo, abbiamo avuto spesso la sensazione, negli ultimi anni, che a questa indecifrabile e violenta turbolenza si contrapponesse – contrapponessimo – il deserto. Se la difficoltà nell’analizzare le transizioni in corso e la parziale inefficacia degli strumenti che, solitamente, risultavano adeguati allo scopo è indubbia, la sensazione di vivere un momento di scarsa attivazione politica è frutto di un’erronea illusione: le mobilitazioni, in questi ultimi anni – anche solo negli ultimi mesi – sono state molteplici e diffuse. E, tuttavia, l’essersi trovate spesso a condividere questa sensazione ci spinge a individuarne le origini e le motivazioni, mentre cerchiamo nuove chiavi di lettura che siano all’altezza delle trasformazioni in corso. La nostra convinzione è che questa ricerca consentirà di mettere in campo anche nuovi strumenti di mobilitazione politica, evitando di rinchiudersi in piccole patrie locali isolate, per trovare altre e nuove strade, rimettendo in circolazione idee e pratiche politiche che provino a catturare il possibile che c’è oggi e a fargli spazio.
Questa nuova rivista, che aspira ad avere una cadenza semestrale, nasce come modesto contributo in questa direzione, come possibile strumento utile a tracciare nuove coordinate politiche per una militanza da reinventare e a connettere, come indica il sottotitolo, soggetti, movimenti e conflitti. Più che di rivista, vogliamo dare vita a un equivalente funzionale di quello che sono state in passato le esperienze delle riviste di movimento – in particolare di quelle nate nel solco dell’operaismo italiano –, a un vivo strumento politico in grado di comporre un “noi”. È un “noi” da inventare, costruire, creare, riempiendo un vuoto politico e aprendo uno spazio nuovo, in cui ricominciare da capo con l’ottica di elaborare strumenti per una nuova militanza politica. Per questo, la rivista nasce in Italia, ma proietta la sua analisi all’interno del contesto transnazionale in tumultuosa trasformazione, connettendo voci e prospettive, nella consapevolezza che il contesto territoriale non può essere separato da quello globale, con tutte le sue dinamiche, le sue contraddizioni, i suoi laceranti conflitti. Con questa rivista non intendiamo solo cartografare queste voci e prospettive, ma provare ad interpretare politicamente questa cartografia e a dare un orizzonte di senso che possa concretizzarsi nella costruzione di convergenze. La scelta del nome, Teiko, sostantivo giapponese traducibile con «resistenza» – e uguale sia al maschile che al femminile, se si esclude l’accento finale – risponde a queste molteplici urgenze e obiettivi.
Proprio perché siamo consapevoli che questo “noi” può nascere solo tramite una tessitura paziente, questo equivalente funzionale di una rivista si muoverà passo dopo passo in un’ottica processuale. Coerentemente con l’impostazione di fondo del progetto, il collettivo redazionale e la struttura della rivista sono concepiti come processualità aperte a nuove possibili configurazioni, che possano contare però su alcuni punti fermi. Ogni numero avrà una sezione monografica, di volta in volta dedicata a un tema scelto perché particolarmente utile a indagare i nervi scoperti delle trasformazioni in atto e a moltiplicare le prospettive su di esse. Una seconda sezione, intitolata «Seminari», che ospiterà report e note scritte a partire da incontri seminariali e dibattiti, per raccogliere spunti, idee, proposte. Abbiamo poi pensato a rubriche attraverso le quali intercettare questioni, mobilitazioni, concetti che fungano da nodi della trama del “noi” indicata poco sopra: inchieste, racconti di lotte, dialoghi con interlocutrici/interlocutori che stanno sviluppando categorie e proposte di analisi utili a incidere sul presente e proiettarci al futuro, e rêveries per richiamare il passato senza nostalgia. L’ultima sezione, Materiali, è pensata come uno spazio ibrido per recensioni di libri, mostre, film, serie, nell’ottica di moltiplicare e ibridare punti di vista e linguaggi.
Questo Numero 0 è un primo tentativo nella direzione sinteticamente tracciata, e la circolazione dei materiali raccolti in ogni numero può consentire di concretizzarla. Per questo, ci dotiamo anche di un sito, grazie al quale poter accedere ai singoli articoli e ai numeri, per consentirne un’ampia diffusione. Parallelamente, la rivista è pensata per poter essere stampata, distribuita e presentata: vorremmo che questi materiali stimolassero discussioni e riflessioni per ampliare la trama, il tessuto di ricostruzione di un “noi”.
